Capo scout abusa di quattro ragazzini, uno aveva 9 anni: nel suo cellulare quasi 300 file pedopornografici
Andrà a processo il capo scout accusato di abusi nei confronti di quattro lupetti del suo gruppo, fra loro anche un bambino di neanche 10 anni. È quanto deciso dalla Procura di Roma dopo una lunga indagine a carico del capo scout, arrestato per pedopornografia, un diciannovenne di Terracina: sarà giudicato con rito abbreviato, come deciso da lui stesso per ottenere la riduzione di un terzo sull'eventuale condanna.
Capo scout a processo per violenza su minori: le minacce e gli abusi
I fatti risalgono allo scorso anno, quando l'imputato, il capo scout ha scritto su Instagram ad un lupetto di 12 anni fingendosi una ragazzina sua coetanea. Dal profilo finto, il caposcout ha iniziato a parlare sempre più spesso con il ragazzino, mostrando interesse, fino a quando non gli ha chiesto di inviargli delle foto, sempre più intime. Il dodicenne, infastidito, ha chiuso ogni conversazione e ha bloccato il falso account della tredicenne. Questa situazione, però, è durata poco tempo: confidandosi con il capo scout, è stato lui stesso a suggerirgli di riprendere i contatti. È così che il diciannovenne, fingendosi la ragazzina, si è fatto mandare le foto, minacciando il ragazzino che, disperato, ha chiesto aiuto ai genitori.
Stesso copione quello effettuato ai danni di un altro ragazzino, stavolta un quindicenne, da cui il capo scout è riuscito, ancora una volta sotto ricatto, a farsi consegnare video e foto intime. Stessa cosa, ancora una volta, con una quarta vittima. Un approccio nella vita reale, invece, quello su un bambino di neanche 9 anni, approcciato durante un incontro in parrocchia in cui si è appartato del piccolo e ha abusato di lui.
Le indagini e l'arresto, oggi a processo
Una volta scattate le indagini, gli inquirenti, come riporta la Repubblica, hanno rinvenuto sul cellulare del capo scout diciannovenne 292 filmati pedopornografici con minori tra i 5 e i 18 anni a cui si aggiungono, come prove, anche le chat con i minori coinvolti. Ed è scattato il processo a cui partecipano, come parte civile, oltre alle famiglie dei piccoli, anche la Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Lazio, Monica Sansoni e le associazioni impegnate nella tutela dei minori Insieme a Marianna e No child abuse. Nel frattempo sul capo scout che, come anticipato, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato, sono state svolte delle analisi per ricostruirne il profilo psicologico.